Cosa crediamo
LA CONFESSIONE DI FEDE
La chiesa valdese ha in
comune con tutte le confessioni cristiane le confessioni di fede dei
concili ecumenici del primi secoli della Chiesa: il Credo, il Simbolo
Niceno Costantinopolitano. Dopo la Riforma, e la divisione che ne
é
risultata nella cristianità, le chiese evangeliche hanno
sottoscritto
però delle nuove confessioni di fede che definiscono il loro
modo di
intendere il cristianesimo. Anche la chiesa valdese ha fatto questo in
un momento particolarmente tragico della sua storia, nel 1655, quando
era in corso una crociata delle truppe francesi e sabaude nelle valli
del Piemonte.
La
confessione di fede del 1655 venne pubblicata per la prima volta in
francese nella "Relation véritable de ce qui s'est passé
dans les
persecutions et massacres, faites cette années, aux
églises reformées
de Piedmont etc.", stampata senza indicazione d'autore e di luogo nel
1655.
Accertata la data del 1655 come quella della prima edizione a
stampa di detto testo, è probabile che tale confessione di fede
possa
essere stata approvata nel Sinodo tenutosi ad Angrogna nel corso del
1655, dato che dalla "Apologia delle Chiese riformate del Piemonte
circa la loro confessione di fede etc." pubblicata a Ginevra nel 1662,
Antonio Leger, nel riportare il testo italiano di detto documento,
nell'avviso e sommario dell'opera precisa che tale confessione di fede
fu "data in luce" dai valdesi in quell'anno 1655 unitamente ad un loro
manifesto. E' anche probabile che lo stesso Antonio Leger sia stato
l'estensore della detta confessione di fede.
Il testo della confessione di fede è riportato nelle versioni
italiana
e francese tratte dai due volumi sopra indicati corredato della lettera
con cui Antonio Leger la presentava ai valdesi il 5 ottobre 1661. Nei
due testi sono state operate alcune necessarie correzioni di forma.
Ogni articolo è corredato dalle prove bibliche e dalle note
originali
che si trovano soltanto nella pubblicazione curata da Antonio Leger.
Leger trascrive quasi sempre il testo dei passi biblici addotti a
prova. Sono riportate però solo le citazioni delle prove
bibliche,
aggiornando alcuni riferimenti e correggendo taluni errori di stampa
dell'edizione seicentesca. Per ciascun articolo è stata
introdotta una
rubrica seguendo la traccia di quelle inserite da Giovanni Leger nella
edizione che egli ne fece nella sua Histoire générale del
1669.
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